L’imprevedibilità del disturbo borderline di personalità

Mi chiedevo perché si chiamasse disturbo borderline di personalità (DBP) finché i miei sintomi non sono peggiorati e ho trovato la risposta nel modo peggiore possibile.

Sembra letteralmente di stare al limite dell’instabilità emotiva e mentale. Alcuni giorni, ti sforzi di essere sicura di essere ancora “sana” di mente e altri giorni sembra che tu non lo sia affatto, come se avessi a malapena il controllo della tua vita. Poi, stai meglio per qualche giorno e pensi che forse stavi esagerando ma presto torni a passare la notte controllando se stai diventando pazza.

Vivere con il disturbo borderline sembra un incubo perché ti senti così instabile su tutto – amici, scuola, vita, anche te stessa. È così difficile fidarti completamente. Sei sempre stuzzicata dal pensiero che le persone potrebbero esserti amiche solo perché hanno bisogno di qualcosa. Spesso ti chiedi se i tuoi amici più cari sono lì perché davvero gli piaci o perché ti considerano una specie di investimento sul futuro, per quando avranno bisogno di aiuto. Cerchi di uccidere questo lato diffidente di te ma non puoi fare a meno di pensarci. Quindi chiudi con le persone, anche gli amici, finché non ti rendi conto, sempre di più, che hai davvero bisogno di loro.

È come se fossi programmata per guardare le persone in bianco e nero. La parte peggiore è che hai momenti in cui dubiti anche di te stessa. Pensi che forse questo è il motivo per cui ti senti sola anche quando hai molti amici. Ti senti come se non avessi il tipo di legame che vedi in altre amicizie. Ti domandavi se non ci fosse qualcosa che teneva le persone lontane e si scopre che avevi ragione, peccato che in realtà eri tu quella ‘cosa’.

Ti nascondi dietro una parete di vetro della quale non eri nemmeno a conoscenza. Ora, ti rendi conto che il muro era in realtà una gabbia sigillata e stai soffocando eppure, non puoi ancora rompere il vetro. Forse ti piace così. Forse ti piace tormentarti nella solitudine. Tuttavia, tormentarti non è una novità. Hai fatto molto peggio. Hai orribili cicatrici sul tuo avambraccio, una dozzina di lame arrugginite nascoste da qualche parte nella tua stanza, carte appallottolate che avrebbero dovuto essere la tua nota di addio al mondo.

La parte ‘divertente‘ del vivere con il disturbo borderline è che continui a sorprenderti.

Un giorno ti disprezzi e ti senti così inadeguata che, pensi di essere pronta a farla finita stasera perché non ha senso continuare poi qualcosa dentro di te cambia, come se si fosse spento un interruttore. Ti guardi allo specchio e ti penti di aver mai pensato di farti del male perché la persona migliore che conosci è proprio di fronte a te. Stai sprecando tutto il tuo potenziale e il tuo futuro. Vivere con il DBP è come accendere e spegnere l’interruttore a un ritmo totalmente imprevedibile.

No, non è intenzionale. No, non è qualcosa che puoi controllare o scegliere. No, non è solo che stai inventando una scusa pessima per essere crudele e testardo. No, questa non era una tua scelta. No, non puoi semplicemente dire a te stessa di interrompere questa modalità ed essere “normale”. No, non ti senti “normale”. No, non vuoi la loro pietà.

Vuoi che capiscano. Vuoi solo che siano un po’ più pazienti.

Articolo di Jean de Yro, puoi seguirla su Facebook e Twitter. Liberamente tradotto da Emergenza Borderline dall’articolo originale The Unpredictability of Borderline Personality Disorder

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Commenti

2 risposte a “L’imprevedibilità del disturbo borderline di personalità”

  1. Avatar Anna Maria Becherini
    Anna Maria Becherini

    Sono la mamma di un ragazzo di 28 anni, il suo disturbo si è manifestato oltre tre anni fa. Nonostante una buona terapia (presa in carico tutta la famiglia, cinque persone), la variabilita e l’imprevedibilita dei suoi sintomi restano due degli aspetti peggiori. “La mia mente lavora contro di me”, ha scritto un giorno. Ma rifiuta l’idea stessa di riconoscere questo come “disturbo mentale”, lo chiama “il mio difetto”, o “i miei difetti”. Non lo abbiamo mai connotato come “malato” e sempre accolto, ascoltato e sostenuto. Ma basta un niente per riportarlo nel baratro, un niente che lui vive come una catastrofe. Noi siamo logorati e ci sentiamo sostanzialmente impotenti. Pensiamo soprattutto a quando saremo più vecchi, a quando non ci saremo più… Lui si sforza molto, vorrebbe un lavoro. Oggi è difficile per tutti, ma questi ragazzi così instabili non li vuole nessuno. Sarà anche il disturbo più studiato, ma socialmente rende negletti. Sentirne parlare, da Federica e le altre, al passato mi sorprende non poco! Grazie. Anna Maria

    1. Avatar Redazione
      Redazione

      Ciao Anna Maria! Parlarne al passato sorprende anche noi, ne siamo rimaste talmente sorprese da aver deciso di darne testimonianza. Hai ragione riguardo le difficoltà e l’imprevedibilità ma la terapia nel tempo dovrebbe essere d’aiuto per imparare a gestire sempre meglio lo stress. Ci dispiace sapere che dovete combattere con tutte queste difficoltà, speriamo che almeno i nostri articoli e le nostre attività vi siano un po’ di aiuto. Un abbraccio!