La crisi borderline: cos’è, perché viene e come si può gestire?

La crisi borderline è la manifestazione visibile di un dolore invisibile. Con questo post cerco di aprire uno spiraglio su questo buco nero per provare a intravedere un po’ di luce.

Che cos’è ‘la crisi’ nel disturbo borderline?

La crisi borderline è un momento di fortissima disregolazione emotiva (se volete leggere un articolo esterno che mi è piaciuto, lo trovate qui) che, in parole più semplici, significa sentire che le emozioni prendono il sopravvento su chi siamo. Non sentiamo più rabbia, ansia, tristezza, frustrazione ma siamo noi stessi quella rabbia, quell’ansia, quella tristezza e quella frustrazione.

Se le emozioni fossero libere entità visibili, sarebbero quelle che si vedono durante una crisi.

Che succede durante una crisi?

Può capitare più o meno spesso, a volte anche nel corso della stessa giornata. Alcuni raccontano episodi simili ad attacchi di ansia o di panico, in altri casi prende i contorni di pensieri ossessivi, intrusivi. Per alcuni somigliano a degli attacchi isterici, altri si paralizzano. Poi ci sono la derealizzazione, la depersonalizzazione, le allucinazioni visive o uditive. Diciamo che c’è ampia scelta…

Nel mio caso erano sempre attacchi di panico o di ansia, spesso con pensieri ossessivi che non riuscivo a fermare. Iniziavano a prepararsi sul tardo pomeriggio e raggiungevano l’apice in piena notte.

Che tu abbia il disturbo o che tu sia un amico o un familiare, le crisi impattano nella vita di chiunque.

Perché  vengono le crisi?

Senza l’aiuto di un professionista in carne ed ossa, è difficile capire da cosa vengano innescate e ancora più complicato capire come poterle contenere. Il dolore in quel momento è insopportabile, si sente solo quello e anche solo comunicarlo diventa una sfida.

L’unico desiderio è che la crisi finisca e per farla smettere si prova di tutto. Quando nominano gli ‘agiti’ e parlano di impulsività si riferiscono a tutti i comportamenti pericolosi che provocano uno shock a chi li guarda. Autolesionismo, abuso di sostanze, sesso non protetto, spendere soldi che non si hanno, rapporti malsani col cibo aggiungete voi quello che vi viene in mente.

Se questi comportamenti riescono a provocare una scarica di adrenalina superiore al dolore, il rischio è di riperterli ogni volta che si sta male, innescando un pericoloso circolo distruttivo che però nasconde una gran voglia di stare bene.

Perché si usano questi metodi esagerati e malsani?

Perché le emozioni percepite in quel momento non sono delicate, tutto il contrario: sono frustate, schiaffi, lacerazioni interne. Se non lo hai provato non lo sai e se non lo sai è per questo che non puoi capire a cosa servono il taglio o l’abbuffata. Per sedare un mostro del genere, devi fare un grande sacrificio.

Così si riesce a placare temporaneamente la sofferenza.

Ci sono modi alternativi per gestire le emozioni?

Ma certamente! La cosa da tenere a mente però è che non è una scelta personale quella di gestire le emozioni facendosi venire delle crisi. La crisi borderline è innescata dall’amigdala → che allerta l’ipotalamo → che a sua volta fa partire una serie di messaggi → che scatenano il fisiologico meccanismo dell’ansia ma senza motivo apparente.

Un esempio: siete rilassati davanti a Netflix, così rilassati che quasi sonnecchiate… e arriva il terremoto! Ecco, se dovessi spiegare la mia sensazione lo farei così. Il terreno fertile per la crisi è avere sempre la sensazione che il terremoto ci sia ma non sapere se è vero oppure no.

Come se ne viene fuori?

Con la psicoterapia e in certi casi con l’aiuto di una terapia farmacologica che faccia da stampella. A mio tempo presi antidepressivo e ansiolitico al bisogno e mi aiutò ad affrontare la psicoterapia.

Uno degli errori di valutazione più grossi è pensare che la psicoterapia sia una passeggiata di salute e che appena cominciata si tocchi subito il nirvana. Col cavolo! Salutare lo è di sicuro ma non è né una cosa veloce né una cosa leggera. Mettiamola così, se tu cerchi di addormentare il mostro, la psicoterapia fa in modo di svegliarlo.

La buona notizia è che col mostro sveglio ci combattete in due e daje e daje (scusate sono romana) a un certo punto la capisce l’antifona e fate pace. Se volete sapere quali sono le terapie evidence-based per il trattamento del disturbo borderline di personalità vi consiglio di leggere questo post, ne trovate diverse elencate alla fine.

Se non ho io il disturbo ma una persona cara, cosa posso fare?

Partendo da questo presupposto e cioè che la crisi è in realtà una disregolazione emotiva e che gli atteggiamenti disfunzionali celano una volontà di regolare le emozioni ecco qualche spunto da tenere a mente per le emergenze:

  1. Contenere la crisi significa prima di tutto non far sentire giudicato l’altro. Perciò se vi rendete conto che il vostro caro inizia a sentire di perdere il controllo rimanete calmi e fatelo sentire compreso.
  2. Non cercate di fermare la crisi perché è impossibile. La crisi deve sempre fare il suo corso ma abbiate fiducia perché non dura per sempre.
  3. Se dovesse utilizzare insulti o provocazioni non prendete quello che dice sul personale, non vuole in realtà farvi del male è solo in preda ad una forte sofferenza che non riesce né a gestire né a verbalizzare.
  4. Non lasciatelo solo, potrebbe interpretarlo come un abbandono e sentirsi ancora peggio ma non appena la situazione si sarà rasserenata prendetevi del tempo per voi, ne avrete bisogno.
  5. Ci sono delle strategie come la TIP o la mindfulness che, utilizzate regolarmente, riusciranno a rendere le crisi più gestibili e contribuiranno a creare dei precedenti positivi sia per chi soffre di DPB che per voi che lo/la vedrete stare meglio.
  6. Se la disregolazione è particolarmente dura e non riuscite a gestirla autonomamente non esitate a fare ricorso al Pronto Soccorso più vicino.

Siamo arrivati alla fine del post che spero vi sia stato utile. Non lasciatevi spaventare dalla crisi anche se è assolutamente spaventosa, sia vista da dentro che vista da fuori. Non fatevi allontanare dal disturbo ma siate uniti nel disturbo.


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Commenti

5 risposte a “La crisi borderline: cos’è, perché viene e come si può gestire?”

  1. Avatar Marta
    Marta

    Io ho letto che bisogna evitare di trattare il borderline come un malato e quindi mi spaventa di comunicarle la diagnosi (Che il padre non accetta..)

    1. Avatar Redazione
      Redazione

      Ciao Marta,

      dal tuo messaggio non riesco a capire a chi ti riferisci comunque, se c’è una diagnosi è il terapeuta che Deve comunicarla al paziente per legge.

      Quello che puoi aver letto lascia il tempo che trova perché il disturbo borderline è comunque un disturbo da trattare il prima possibile per evitare che si cronicizzi.

  2. Avatar Alessandra
    Alessandra

    Esattamente così. Grazie Federica

  3. Avatar Elisabetta
    Elisabetta

    E se rifiuta di essere portato al Pronto soccorso?

    1. Avatar Dario
      Dario

      Bella domanda.. A me accadde così con la mia ex.. Alla fine gran casino tra fughe, insulti, abuso di farmaci, fughe in auto, per poi arrivare a simulare un suicidio scomparendo per 2 giorni e con coinvolgimento delle forze dell’ordine..