Se io sono guarita, che fastidio vi da?

Quello della guarigione è senz’altro il tema più sentito del quale mi sia capitato di parlare con la community borderline. Ci si divide tendenzialmente in due parti: chi dice che assolutamente non è possibile e chi dice che vorrebbe guarire o che si sente già guarito. La mia posizione è sempre stata molto netta perché io mi sento fuori dal disturbo ma oggi aggiungerò un punto che probabilmente non è chiaro: chissenefrega della guarigione!

“Dal disturbo borderline non si guarisce!”

Se l’idea di ‘guarire‘ dal disturbo borderline non vi piace, lasciatela perdere! Se è un’idea urticante perché ad esempio crea troppe aspettative, non fatevi rovinare il percorso terapeutico piuttosto non dategli peso. Se siete affezionati al disturbo perché non riuscite ad immaginarvi senza, anche in questo caso non focalizzatevi su questo pensiero. Ognuno ha il suo percorso, l’unica cosa davvero importante è fare quello che pensiamo possa farci bene, giorno dopo giorno dopo giorno.

Nel mio caso lo stare male ha sempre coinciso con l’idea della malattia, di conseguenza lo stare bene coincideva con quella della guarigione. Dato che non ho un attacco di panico da un anno e non prendo farmaci da tre, il mio sentito è quello di non avere più il disturbo. Un altro modo di intendere un cambiamento nel disturbo, è dire che siamo in ‘remissione‘. A differenza della guarigione, la remissione tiene una porta aperta al fatto che si possa tornare indietro. Sono in molti a preferire questo modo di raccontarsi e va benissimo anche così.

Dato che però c’è chi continua a far passare il messaggio che il disturbo è quello che è e che non ci sia possibilità evolutiva, credo sia il caso di dare dei dati scientifici* (ci tengo a sottolineare che il documento dal quali li ho presi è del 2011 dunque queste cose si sanno già da molto prima che io stessa venissi diagnosticata):

  • Il recupero del paziente con disturbo borderline è possibile e anzi, il paziente va spronato in questa direzione
  • Dopo 2 anni dall’inizio del trattamento specifico per il DBP il 50% dei pazienti recupera
  • Dopo 5 anni dall’inizio del trattamento (di cui sopra) l’80% dei pazienti recupera
  • L’88% dei pazienti che hanno finito con successo la terapia non avrà più recidive
  • Il disturbo borderline è considerato, dalla comunità scientifica, un disturbo con una “buona prognosi”

Quello che mi dispiace molto dire invece è che i peggiori nemici dei pazienti con disturbo borderline sono proprio i terapeuti. Ogni volta che uno psichiatra dice che ‘non si può fare niente’ e riempie il paziente di neurolettici sta facendo un danno enorme oltre che dire, magari in buona fede, il falso quindi invito pazienti e familiari a rivolgersi a qualcun’altro! Ogni volta che uno psicologo non fa diagnosi o non vuole restituirla perché ‘non vuole etichettare’ o ancora peggio perchè ‘poi il paziente simula’ non rispetta un vostro diritto: quello di sapere per cosa venite trattati!

“Se sei guarita vuol dire che non è vero che avevi il disturbo!”

Questa è una delle cose più invalidanti che mi siano mai state dette, come se mi fossi divertita a sparare nel mucchio, scegliere un disturbo e fare finta di averlo per poi dire che non ce l’avevo più. Tralasciando il fatto che ho una cartella clinica depositata alla Regione Lombardia e che c’è la registrazione di ogni ingresso in Day Hospital, se io mi sento guarita: che fastidio vi da? Non sto dicendo che io sono stata brava e chi invece ha il disturbo o ci sta facendo i conti adesso, non lo è. Non sto neppure dicendo che è un traguardo al quale puntare, sto solo portando la mia esperienza a chi gradisce leggerla. A me per esempio interessa molto un punto di vista diverso dal mio, sono curiosa di sapere cosa vi aspettate dalla terapia, che tipo di esperienze avete avuto fin’ora e anche cosa ne pensate di quello che scrivo.

“Sapete come la penso. Ma perseguo nel riporre fiducia in voi e nel vostro lavoro ed esperienza personale.”

Questo è il tipo di commento che mi fa emozionare. A parte che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente la persona che ce lo ha fatto – so che la sua storia è tostissima e che nonostante tutto è ancora li a mangiarsi la vita con un coraggio da tigre – qui dentro c’è tutto: il disaccordo e la fiducia di chi ha parlato da persona a persona, proprio quello che serve per mantere vivo il dialogo e di conseguenza il rapporto.

 

*https://www.borderlinepersonalitydisorder.com/wp-content/uploads/2011/12/If-Only-We-Had-Known.pdf


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2 risposte a “Se io sono guarita, che fastidio vi da?”

  1. Avatar Alessandro fonda
    Alessandro fonda

    Un raggio di sole nel mondo buio pessimista!.. brava!..ottimi pensieri

    1. Avatar Redazione
      Redazione

      Grazie Alessandro!