Quando il dolore è insopportabile

“Il rischio di suicidio tra le persone con disturbo borderline è tra il 3% e il 10%. Vi sono prove che suggeriscono che gli uomini con diagnosi di disturbo borderline abbiano circa il doppio di probabilità in più di commettere un suicidio rispetto alle donne con la medesima diagnosi. Vi sono anche prove che molti suicidi avvengano in persone che avevano la condizione ma che non era stata ancora diagnosticata.”*

Disturbo borderline e suicidio sono due realtà che viaggiano a distanza fin troppo ravvicinata, come ben sanno i terapeuti che trattano questo tipo di paziente. Il senso di vuoto e la paura per il futuro trasformano la visione della realtà rendendola insopportabile ed è per questo che i soggetti borderline si trovano spesso ad un bivio: vivere soffrendo atrocemente o mettere fine al proprio dolore una volta per tutte? Dal piccolo sondaggio fatto lo scorso anno da Emergenza Borderline, il 100% dei partecipanti ha dichiarato di avere almeno pensieri suicidi – più o meno ricorrenti – confermando quello che noi stesse abbiamo sperimentato. La situazione è più imprevedibile in caso di mancata diagnosi ecco perché torniamo spesso sull’argomento anche nel nostro gruppo dedicato ai familiari e sulla pagina facebook.
Questa modalità disfunzionale di reagire al dolore si può tradurre in tentativi di suicidio che sfiancano i familiari e vengono spesso interpretate come manipolative, aumentando la distanza con il soggetto. E’ così che l’urgenza entra a far parte del contesto familiare che non sa come intervenire per interrompere il circolo vizioso.
A questo proposito cercate di tenere a mente le seguenti considerazioni:
  1. Valutate i segnali. Il TS (tentato suicidio) è un tipo di crisi dovuto ad un forte stress che il vostro familiare sta vivendo e del quale forse non è molto consapevole. Osservate le sue oscillazioni e capirete che capita più frequentemente in situazioni come: l’avvicinarsi del ciclo, interrogazioni o colloqui di lavoro, l’avvicinarsi delle feste o delle vacanze, un evento al quale la persona tiene particolarmente etc. Quelli appena elencati sono tutti fattori di vulnerabilità: prima imparerete a riconoscerli e meglio potrete prevedere la disregolazione emotiva.
  2. Non trasformate la sua urgenza nella vostra. Chi si trova in piena crisi manifesta l’intensità di quello che prova in maniera dirompente e spaventa molto i familiari e chi in genere gli è vicino in quelle circostanze. Il loro panico si trasferisce creando un clima di continua incertezza e frustrazione. Per sostenere la situazione non dovete farvi coinvolgere emotivamente. Sarà difficile sopratutto all’inizio ma mantenete la lucidità; per il vostro caro vedervi calmi diventerà poco a poco una grande sicurezza.
  3. Insegnategli ad usare la TIP. Come spieghiamo nell’articolo Raffreddare le emozioni con la TIP questa strategia serve a calmare rapidamente le emozioni utilizzando un riflesso di sopravvivenza che abbiamo tutti. E’ una skill DBT pensata proprio per i momenti di urgenza. Richiede tempo per farla propria ma è una tecnica utilizzata anche in Pronto Soccorso.
  4. Chiamate il tutor o il 113.  Se la persona in questione ha un tutor o un terapeuta che ha dato disponibilità ad essere contattato in qualsiasi momento non esitate a ricordarlo al diretto interessato. Parlare con il tutor è la scelta migliore per ridimensionare la crisi oppure per avere conferma di recarsi al Pronto Soccorso. In caso non aveste un numero di riferimento o non poteste recarvi al PS autonomamente chiamate il 112 o il 113.
  5. Non esitate ad andare il Pronto Soccorso. Ne abbiamo parlato in Pronto Soccorso e disturbo borderline,  vi invitiamo a rileggerlo nel caso ve lo foste perso. E’ una modalità di intervento che serve a stabilizzare il soggetto borderline nel momento di massima necessità. Fare ricorso al PS non è disdicevole ed è l’ambiente più sicuro in situazioni di forte incertezza.
  6. Parlate apertamente.  Quando la crisi rientra non lasciate cadere l’argomento, abituatevi anzi ad affrontarlo serenamente, tirare fuori certe emozioni aiuta voi a capire meglio e il diretto interessato a fidarsi e a spiegarsi. NON giudicate, NON impeditegli di esprimere sentimenti negativi, NON reagite con rabbia anche se vi sentite provocati, NON prendete le critiche sul personale. Lasciate piuttosto il tempo alla persona in questione di sfogarsi, capire che siete dalla sua parte, godere della vostra vicinanza e imparare a fidarsi.
* Fonte Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Disturbo_borderline_di_personalit%C3%A0

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