Se pensi che la personalità non cambi sei in errore

Sono egoista, impaziente e un po’ insicura. Commetto errori, sono fuori controllo e, allo stesso tempo, difficile da gestire. Ma se non sei in grado di gestire il mio lato peggiore, allora certamente non sarai in grado di gestire quello migliore. (Marilyn Monroe)

Il disturbo borderline è definito “egosintonico” questo perché la persona diagnosticata non percepisce i suoi sintomi come patologici ma piuttosto come conseguenza della sua natura. Riferendosi a loro stessi dicono spesso “sono fatto così prendere o lasciare“, “la personalità non si cambia“, “non sono io ad avere problemi sono gli altri che si devono curare“. E’ questo tra l’altro uno dei motivi per i quali i familiari non riescono a convincere il soggetto a intraprendere una terapia e i diagnosticati non credono nell’utilità del percorso e sopratutto nella possibilità di una cura.
Una corretta informazione su alcuni punti è quindi imprescindibile, iniziamo sfatando il mito secondo il quale la personalità non si cambia. Chi l’ha detto?
L’ignoranza in tema di psicologia e il fatto che alcuni termini siano più o meno comprensibili e quindi interpretabili ha trasformato quella che è una scienza e cioè “un sistema di conoscenze ottenute attraverso un’attività di ricerca prevalentemente organizzata e con procedimenti metodici e rigorosi”* con un’opinione cioè qualcosa riguardo la quale tutti finiscono per sentirsi più o meno esperti grazie al passaparola o al sentito dire.
 
La personalità è mobile quindi si adatta al disturbo non il contrario. Il fatto che sia mobile significa che si modifica quotidianamente insieme alla persona, che cambia giorno dopo giorno grazie all’esperienza accumulata, che è sempre diversa perché soggetta al revisionismo. Una cosa che ieri ci convinceva oggi può essere rivalutata e messa in discussione, questo non vuol dire cambiare necessariamente idea ma essere intanto aperti al possibile cambiamento.
I disturbi della personalità sono definiti invece come una “struttura stabile di comportamento o di esperienza interna […] che sin dall’infanzia o dall’adolescenza si presenta come pervasiva, stabile, inflessibile e che comporta un notevole disagio o scadimento nella qualità della vita”.*
Sii come l’acqua, cerca di adattarti a ogni situazione. Se il tuo avversario si apre chiuditi, se lui si chiude, apriti. (Bruce Lee)
La prima dunque è una realtà mobile, la seconda rigida ecco il primo assunto dal quale partire per comprendere l’impeto con il quale il soggetto cerca di liberarsi dal peso dei limiti che si sente dentro e che solitamente sfocia nella crisi. Dire che il disturbo non è curabile perché la personalità non cambia significa da un lato aver completamente frainteso i concetti e dall’altro il comprensibile tentativo di evitare una grossa delusione: quella di impegnarsi in un’impresa potenzialmente fallimentare ma i disturbi mentali si possono curare e con successo! Questo non è un messaggio che vogliamo far passare solo sulla base dell’esperienza personale, sono lo stesso Ministero della Salute e l’Organizzazione Mondiale della Sanità a dirlo chiaramente, perciò l’impegno di chi è coinvolto dalla tematica deve andare in questo senso.
Quello a cui ci si riferisce quando si parla di qualcosa di “dato dalla nascita” è piuttosto il temperamento “ogni neonato reagisce a certi stimoli, mentre ne ignora altri, l’intensità e la frequenza di tali risposte definiscono il temperamento. Una ricerca di Cloninger (1993) indica gli aspetti: “ricerca del nuovo”, “evitamento del dolore”, “dipendenza dalla ricompensa” come elementi che combinati tra di loro danno vita a diversi tipi di temperamento. Come si può facilmente notare, tali caratteristiche non hanno in sé una valutazione morale o culturale del temperamento (come lo sono buono, cattivo, socievole o timido), ma sono legate alla neurochimica del cervello, e nello specifico, rispettivamente alla attività dopaminergica, serotoninergica e noradrenergica.”* Il temperamento è come una mappa interiore, un punto di partenza per conoscere la propria vulnerabilità dunque anche i propri punti di forza.
1) *https://it.wikipedia.org/wiki/Scienza
2) *definizione dell’APA American Psychiatric Association
3) *http://www.alessandromonno.it/articoli/temperamento-carattere-personalita/

 


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Commenti

Una risposta a “Se pensi che la personalità non cambi sei in errore”

  1. Avatar Margherita Grumi
    Margherita Grumi

    buon giorno, articolo interessante…credo che alla base di alcune convinzioni granitiche, non solo dei pz ma anche dei famigliari e perchè no, anche di alcuni operatori ci sia proprio l’ignoranza intesa proprio come l’ignorare la propria incompetenza in materia partendo proprio dalla base…in quanti conosciamo o abbiamo chiesto ci venisse spiegaa la differenza tra “carattere”(o temperamento) e personalità?
    in quanti conosciamo i “tempi” di formazione della personalità o a quale età si può considerare raggiunto lo sviluppo neurologico dell’essere umano? forse già la conoscenza di queste informazioni potrebbe essere uno dei primi strumenti per smantellare l’ “io son fatto così”…