disturbo borderline a scuola

Disturbo borderline, scuola e diritti.

Il disturbo borderline a scuola è difficile da gestire e quali sono i diritti dello studente? Ti racconto meglio in questo post.

Le medie sono già un periodo complesso perché, come direbbe mia nonna, “non sei né carne né pesce” ma il dramma vero quando si parla di scuola, va in scena alle superiori.

Tolte le fisiologiche difficoltà identitarie di ogni ragazzino che si tuffa di testa nell’adolescenza. Se hai un disturbo di personalità diagnosticato ma più in generale, ogni genere di difficoltà psicologica/emotiva e lo fai presente, sei ancora guardato male come quell* che ci marcia.

Quali sono i miei diritti?

La scuola in Italia deve essere inclusiva. Non mi stai facendo un favore ad aiutarmi quando è evidente che ho una difficoltà, stai facendo solo il tuo dovere. Il Ministero, cosciente di questo (che non è un dettaglio), ha fornito una serie di strumenti alle scuole proprio per creare dei percorsi adattabili alle esigenze degli studenti che ne hanno bisogno.

BES: Bisogni Educativi Speciali

Per redigere un BES non c’è bisogno di una diagnosi. Basta che la situazione di difficoltà dello studente sia chiara. Degli esempi? Uno studente con famiglia in difficoltà economica, che sta affrontando la separazione dei genitori, con evidenti problemi di ansia, lavoratore o genitore minorenne eccetera. Questo si può fare a prescindere dal DSA (Disturbo Specifico dell’Apprendimento).

In questo caso basta che uno degli insegnanti riferisca quello che sa del ragazzo al coordinatore, durante un consiglio di classe, per innescare la procedura che porterà a redarre un PDP o Piano Didattico Personalizzato.

Cos’è un Piano Didattico Personalizzato?

Si tratta di un documento nel quale vengono segnalate tutte le difficoltà dello studente. Dal disturbo specifico dell’apprendimento (che può tranquillamente coesistere con il disagio psicologico) al bisogno educativo speciale. Condividiamo volentieri la copia in bianco di un PDP per chiarire di cosa stiamo parlando.

Non è necessario avere una diagnosi ma ovviamente se ce l’avete è meglio portarla a scuola. Se la consegnate ai prof. la useranno come bussola e saranno più precisi. Questo documento per essere valido ha bisogno di parecchie firme! Quella di 1) tutti gli insegnati della classe più 2) la firma dello studente e 3) dei suoi genitori, se minorenne.

Senza le firme il documento non ha valore. Inoltre, una copia rimane alla scuola e una viene consegnata al ragazzo e alla sua famiglia. I motivi sono almeno tre:

  1. se i professori non si attengono alle disposizioni, glielo ricordate voi
  2. se c’è una bocciatura ma non sono state rispettate tutte le disposizioni potete fare ricorso
  3. potreste aver bisogno di rivedere le scelte fatte in passato, magari il terapeuta potrebbe avere dei suggerimenti in proposito. Insomma vi farà comodo avere il documento sotto mano.

Le responsabilità degli insegnanti

Instagram è il mio canale di comunicazione preferito ed è dalla condivisione con i follower che mi vengono le idee migliori. Questo post sul disturbo borderline a scuola e i diritti dello studente mi è venuto in mente proprio grazie a una di queste lunghe chiacchierate. Una buona parte dei messaggi in DM era di persone che dichiaravano di essere state vittima di presa in giro a causa del PDP e non solo da parte dei compagni ma anche degli insegnanti.

Ecco perché credo sia il caso di chiarire che – cito da PDP – i professori dovrebbero promuovere azioni che:

  • favoriscano lo spirito di collaborazione
  • sostengano il percorso mirato all’autonomia
  • per migliorare le abilità comunicative
  • che stimolino la fiducia dello studente nelle proprie capacità.

Inoltre, gli insegnanti guideranno e sosterranno l’alunno/a affinché impari:

  • a conoscere le proprie modalità di apprendimento, i processi e le strategie mentali più  adeguati e funzionali per lo svolgimento dei compiti richiesti;
  • ad applicare consapevolmente comportamenti e strategie operative adeguate al proprio stile cognitivo;
  • a ricercare in modo via via  più autonomo strategie personali  per compensare le specifiche difficoltà;
  • ad accettare in modo sereno e consapevole le proprie specificità e a far emergere soprattutto gli aspetti positivi delle proprie potenzialità e della capacità di raggiungere comunque gli obiettivi prefissati.

E ancora: tutti gli insegnanti dovrebbero mettere l’alunno in condizione di seguire la stessa programmazione di classe attraverso un atteggiamento di sensibile attenzione, per stimolare l’autostima ed evitare frustrazioni, grazie a particolari accorgimenti… segue una lunga lista.

Tutto questo lo potete leggere direttamente dal documento che ho condiviso poco sopra, quindi non mi sto inventando niente! Il professore che non è collaborativo deve essere segnalato sia al coordinatore di classe che in presidenza, immediatamente.

Le responsabilità della famiglia

Ovviamente la cosa migliore di tutte sarebbe che la famiglia riuscisse, in questo, a fare da ponte tra l’alunno e la scuola. Mi spiego meglio. I familiari si sentono spesso responsabili del rendimento dei figli a scuola mentre questa responsabilità è, appunto, solo dei ragazzi. La conseguenza è che se vanno bene a scuola, i genitori si sentono “bravi” se vanno male sentono il giudizio esterno come se a prendere un brutto voto siano stati loro.

A scuola ci vanno i vostri figli non voi!

Questa sovrapposizione non funziona. La famiglia ha un solo compito in questo – per quanto mi riguarda – quello di supervisionare che la scuola sia imparziale nei confronti dei ragazzi. Se loro sanno che il proprio figlio ha una diagnosi o comunque una difficoltà bisogna tenerne conto. Punto.

Se la scuola lo fa, il compito del genitore è finito. Di tutto il resto, non si deve più preoccupare. Controllare il diario di una ragazza di sedici anni è umiliante, invece di fare i supervisori non lesinate sulla comunicazione!

Parlatevi e passate insieme del tempo di qualità.

Ascolto e fiducia sono molto più importanti delle punizioni, senza contare poi che se parliamo di disagio psicologico o addirittura di disturbo borderline di personalità, la responsabilità delle proprie azioni va contestualizzata in tutt’altro modo.

La responsabilità degli studenti

Farsi aiutare! Questa è la prima responsabilità di una persona con un problema. Disagio o non disagio uno studente di scuola superiore è comunque un adolescente perciò è normale che faccia fatica a destreggiarsi tra studio e vita sociale.

Ognuno ha le sue difficoltà ma tendenzialmente una cosa è certa: a nessuno piace fare schifo a scuola. Per quanto si possa fare spallucce o dire chissenefrega, è molto probabile che riuscire a portarsi a casa la sufficienza in tutte le materie renderebbe:

  1. la situaazione a casa più semplice
  2. le uscite con gli amici più divertenti
  3. il rapporto con se stessi più soddisfacente

E poi, perché no?

Potrei dirne tante ma la prima che mi viene in mente è una cosa da vecchi cioè: ai miei tempi certe cose non si sapevano. Se Emergenza Borderline ha un merito è che da quando abbiamo iniziato a parlare di disturbo borderline dal punto di vista dei pazienti e a condividere informazioni comprensibili, le keyword di ricerca su Google sono cambiate.

Forse era il momento giusto, forse sarebbero cambiate lo stesso ma sempre più persone mettono nella stessa frase “disturbo borderline” e “guarigione”.

Questo post nasce su questa scia, quella di rispondere a domande vere fatte da persone vere. Sto dando a te, studente che mi leggi, le info che avrei voluto avere io ma che non avrei saputo dove cercare e comunque non esisteva un blog del genere a fine anni ’90, quando mi serviva. Perciò perchè no? perché non usare quello che ti sto offrendo gratis per vivere un’esperienza scolastica migliore? Più soddisfacente e aprirti prospettive migliori per il futuro?

Non lasciare che un problema gestibile ti faccia soffrire più del dovuto e ti porti a conseguenze peggiori come un esaurimento nervoso o l’abbandono scolastico. Stai ponendo le basi per creare l’edificio della tua vita, inizia con delle buone fondamenta e non preoccuparti: non devi fare tutto da solo.

Ricapitolando: se soffri di disturbo borderline di personalità è probabile che tu abbia difficoltà scolastiche. In questo caso c’è molto che la scuola possa fare per venirti incontro a partire dalla redazione di un Piano Didattico Personalizzato. Parlane con il coordinatore di classe e fatti aiutare!


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