Tecniche di sopravvivenza per familiari in crisi

Questo post è dedicato ai familiari che si trovano in difficoltà nel dover affrontare la diagnosi di disturbo di personalità borderline dei propri figli. Siete in tantissimi a contattarci per questo motivo e nostro interesse è aiutare tutto il nucleo familiare ad affrontare una situazione per la quale – fortunatamente – i maggiori esperti concordano nel dire che la prognosi va migliorando sempre più.

Abbiamo seminato suggerimenti in altri post mentre trattavamo altri temi importanti come il giudizio, la manipolazione e la relazione terapeutica ma in questo caso abbiamo chiesto espressamente a dei terapeuti esperti sia nella cura del disturbo borderline che nel sostegno ai familiari, di darci alcuni consigli.
Questi suggerimenti molto pratici, sono utili sia in caso di frequentazione di un gruppo genitori, nel caso in cui la vostra struttura di riferimento ne organizzasse di specifici, sia per chi si trova solo ad affrontare la diagnosi e l’attesa del percorso terapeutico.
Nicolò Gaj – Psicoterapeuta, responsabile dei ‘gruppi genitori’ presso il Day Hospital per i disturbi della personalità del San Raffaele Turro 
  1. Interpretare le azioni degli altri famigliari nel modo più benevolo possibile. Prima di “pensare male” diamoci il beneficio del dubbio. Dopo tutto, le persone di cui stiamo parlando sono famigliari e a loro siamo legati da un vincolo d’amore.
  2. Non pretendere di poter risolvere “tutto da soli”. Quando si è di fronte a una patologia così complessa, ognuno è chiamato a fare del proprio meglio, ma limitatamente al proprio ruolo: chi è genitore, chi è terapeuta, chi è il paziente. Abbandoniamo illusorie pretese di onnipotenza: creeranno frustrazione e ci distrarranno dal fare bene il pezzo che ci compete.
  3. Lasciamo stare il “gioco della colpa”: è colpa nostra, è colpa sua, è colpa della scuola, ecc. Non porta a nessuna risposta e non giova a nessuno. Di fronte alla presente situazione problematica, impegniamoci a risolverla anziché discutere sulla sua origine.
Ilaria Carretta – Psicoterapeuta presso il Day Hospital per i disturbi della personalità del San Raffaele Turro 
  1. Mantenere un clima tranquillo e sereno. È importante tenere le cose ‘alla giusta temperatura’, perché i vostri famigliari hanno difficoltà a gestire lo stress relazionale. Vanno moderati gli apprezzamenti, ma anche le critiche, in modo da avere beneficio da un ambiente tranquillo e sereno. Ciò non significa evitare i conflitti o soffocare i dissapori ma affrontarli in modo calmo e disteso, magari comunicando quando anche noi siamo più calmi e distesi.
  2. Mantenere il più possibile la routine famigliare. Spesso con un famigliare con un disturbo di personalità si tende ad isolarsi, anche perché la gestione dei conflitti e dei problemi in casa richiede energia e tempo, rischiando di sentirsi troppo stanchi per vedere qualcuno e nel tentativo di nascondere i problemi. Questo può generare vergogna, rabbia e senso di isolamento. Ognuno ha bisogno di amicizia e di staccare la spina talvolta, e questo può aiutare ad affrontare i problemi con una diversa prospettiva. Calmando di conseguenza l’intero sistema famigliare.
  3. Trovare il tempo di dialogare e chiacchierare di argomenti leggeri. Spesso in queste situazioni ci si concentra solo sugli aspetti psichici e sui problemi che ne derivano, con il doppio risultato di appesantire le conversazioni e focalizzarsi solo sugli aspetti patologici delle cose. Chiacchierare di altro può invece diventare il modo per una persona con bpd (borderline personality disorder) di coltivare le parti sane di sé, trovando talenti e interessi, incoraggiato dai familiari. Sebbene all’inizio possa sembrare inopportuno e non naturale, l’evidenza mostra che cercare del tempo per conversazioni ‘neutre’ aiuta ad abbassare la tensione emotiva e permette di coltivare il senso dell’umorismo.

 


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